Il 26 Marzo compie gli anni Richard Dawkins, probabilmente il biologo evoluzionista più conosciuto e per certi versi il più criticato (più per il suo caratterino, ma non facciamo troppi spoiler). Su Facebook ho parlato un po' in generale di questo grande scienziato proprio il giorno del suo compleanno, e mi sono reso conto in questi anni di aver pubblicato dei post proprio su questi 3 argomenti che risultano essere molto importanti per lo studio dell'Ecologia Umana e per la "teoria di nicchia", che tratterò sicuramente nel prossimo articolo.
Bene, incominciamo!
Chi è il biologo evoluzionista Richard Dawkins? Diamo uno sguardo alla sua persona prima di addentrarci nei suoi libri. È un personaggio particolare, come particolari sono i suoi studi.
Nasce a Nairobi il 26 Marzo 1941 da una famiglia inglese, infatti successivamente si trasferirà nel Regno Unito. Studia all'Univerità di Oxford laureandosi in biologia, intraprendendo successivamente il dottorato assieme all'etologo olandese Nikolaas Tinbergen. Successivamente, si trasferirà negli Staati Uniti prima all'Università di Berkeley per poi ritornare ad Oxford per diventare professore universitario insegnando zoologia.
Da quando è diventato Professore ha incominciato a scrivere tanti saggi che hanno come protagonista il Gene in quanto lui ha una visione "Gene-centrica" della vita, e questa visione possiamo assaporarla ne "il gene egoista", il suo primo saggio scritto.
Questo pensiero incarna e rispetta perfettamente il concetto di evoluzione, dove attraverso dei meccanismi evolutivi(selezione naturale, selezione sessuale, ecc.) si ha un cambiamento(evoluzione). Lui applica il concetto di evoluzione ai geni. Se gli animali, le piante e gli organismi mutano geneticamente nel corso del tempo attraverso processi casuali, probabilmente sono proprio i geni stessi che sono sottoposti a meccanismi selettivi ed evolutivi in quanto sono dotati di una caratteristica particolare: si replicano(replicatori), e lo fanno per "sopravvivere" nelle generazioni successive e nel più tempo possibile.
Al centro di un cambiamento evolutivo ci sta il gene, e questo è assodato in quanto i geni mutano e vengono selezionati attraverso i vari meccanismi per essere trasferiti alla prole. Magari, con un po' di fortuna, possono diventare più frequenti all'interno di una popolazione modificandola geneticamente. Ma Dawkins ci vede anche qualcos'altro, vede gli esseri umani e tutti gli organismi come dei "veicoli" che trasportano i geni. Questi veicoli vengono descritti da Richard come:
«macchine da sopravvivenza, robot semoventi programmati ciecamente per conservare quelle molecole egoiste note col nome di geni».
Qui entrano in gioco quei comportamenti che possiamo osservare negli animali sociali, entrando in un contesto sia etico che etologico. Il comportamento è codificato dai geni, e si
identifica nel gene anziché nell'organismo individuale il soggetto principale della selezione naturale che conduce il processo evolutivo.
Dawkins, infatti, afferma che:
«L'unità fondamentale della selezione, e quindi dell'egoismo, non è né la specie né il gruppo e neppure, in senso stretto, l'individuo, ma il gene, l'unità dell'ereditarietà»
Si arriva al presupposto che la cosa più importante dell'evoluzione fosse il bene della specie (o del gruppo) invece che il bene dell'individuo (o del gene). Questo spiega "strani" comportamenti come la struttura sociale delle formiche, o tutti quei comportamenti che portano di più ad un benessere della popolazione che al benessere dell'individuo stesso. Si parla di comportamenti altruistici dettati da un altro comportamento, quello egoistico, cioè quello di trasmettere i geni alle generazioni successive, ai prossimi "veicoli" che si trovano all'interno di una popolazione di una specie, e non solo in un organismo.
Naturalmente potete immaginare i vari scontri scientifici che ha avuto nel mondo accademico, come quelli contro il collega paleontologo e biologo evoluzionista Stephen J. Gould. Infatti queste "dispute a distanza" portarono indirettamente le persone a non comprendere e ad allontarsi dal complesso mondo dell'evoluzione e della neonata evoluzione moderna. È un problema che affligge una buona percentuale degli americani che "non credono nell'evoluzione", infatti Dawkins dirà dopo la morte di Gould che avrebbero potuto tranquillamente collaborare con lui in quanto i loro studi e le loro idee non entravano in contrasto( ricordo che Gould è uno dei padri fondatori della moderna evoluzione, infatti studiò meccanismi evolutivi quali l'Exaptation e gli Equilibri punteggiati), ed in questo modo l'evoluzione moderna ne avrebbe giovato.
Piccolo appunto, con "evoluzione moderna" cito tutti gli studi post darwiniani senza entrare nel dettaglio, altrimenti potrei creare confusione.
I suoi studi e le sue teorie spiegano come probabilmente si sia formata anche la vita, infatti considera la molecola di RNA come primo il "replicatore". Le prime componenti biologiche della cellula avrebbero svolto una funzione difensiva nei replicatori in questa sorta di selezione naturale a livello genico, fino ad arrivare alla formazione della cellula vera e propria e, quindi, di veicoli sempre più complessi.
Dawkins è un ateo incallito con una forte personalità, infatti i suoi maggiori detrattori sono gli antievoluzionisti e i religiosi. Questo perché con i suoi studi ha indirettamente attaccato i religiosi come si può leggere nel suo libro L'illusione di Dio, dove afferma che ci sarebbe una spiegazione biologico-evoluzionistica nelle credenze religiose, un concetto maggiormente esplorato nell' articolo chiamato Virus della mente, dove suggerisce che la Teoria dei memi (anche la nostra cultura, analogamente ai modelli evolutivi, si modifica nel tempo e viene "trasmessa" da generazione in generazione attraverso i cosiddetti memi) può dare una spiegazione evoluzionistica alle religioni.
Entriamo nel dettaglio parlando dei pldue più importanti saggi, e della 'teoria dei memi'. Saranno importantissimi per capire meglio la 'teoria di nicchia' e tutti gli argomenti che hanno a che fare con l'Ecologia Umana.
IL GENE EGOISTA
«Noi siamo macchine da sopravvivenza ‐ robot semoventi programmati ciecamente per preservare quelle molecole egoiste note sotto il nome di geni»
(Richard Dawkins, Il gene egoista, Prefazione, 1976)
Il suo pensiero gene-centrico della vita sarà l'anima del libro, infatti ogni capitolo dipenderà da questo concetto. In questo saggio Dawkins identifica nel gene, anziché nell'individuo(o specie), il soggetto della selezione naturale.
Questo libro è stato spesso criticato poichè frainteso in quanto i geni sono entità che si duplicano, ma questo non implica che sono guidati da motivi o volontà, ma semplicemente che i loro effetti possono essere accuratamente descritti come se lo fossero. Una semplificazione per far capire al meglio il concetto.
I geni che vengono trasmessi sono solamente quelli le cui conseguenze servono per i loro stessi interessi che va oltre al singolo o alla specie, ma si allarga alla popolazione. I geni si replicano per continuare a "sopravvivere" nel corso delle generazioni cercando la strategia migliore per avere maggiore possibilità di replicarsi.
Con questo studio sono analizzati molti comportamenti animali facendo uso della teoria dei giochi, la miglior spiegazione assumendo che il vantaggio vada ai singoli geni rispetto alla tradizionale interpretazione accentrata sul beneficio per individui e specie.
Si spiega così il concetto di 'altruismo' individuale in natura, in special modo nelle relazioni parentali quando un individuo sacrifica la propria vita per salvare quella dei parenti. L'individuo sta "agendo" negli interessi dei suoi geni.
L'universo è popolato da cose stabili, come un insieme di atomi e da questa considerazione Dawkins elabora il concetto di "replicatore": una molecola stabile con la capacità di replicarsi.
Questo potrebbe essere accaduto nel brodo primordiale, un brodo ricco di replicatori come l'RNA(il probabile primo replicatore).
La replicazione non è sempre fedele ed alcune volte escono delle copie sbagliate, ed è grazie a questi errori che ci sono stati dei cambiamenti(evoluzione) che hanno portato alla comparsa della biodiversità.
La competizione fra questi replicatori e le avversità ambientali selezionarono casualmente i replicatori più adatti, affinando le loro tecniche di propagazione. Alcuni di essi, secondo Dawkins, si potrebbero essere evoluti in modo da potersi "nutrire" di altri replicatori, ed altri per difesa possono aver evoluto una sorta di scudo di protezione dando vita alle prime forme di cellule primordiali. I replicatori di oggi sono i geni posti all'interno degli organismi viventi(chiamati da Dawkins 'Veicoli').
Le combinazioni geniche, quindi le collaborazioni, aumentano le possibilità di sopravvivere, di replicarsi e di diffondersi.
Gli organismi agiscono altruisticamente contro i loro interessi individuali (nel senso di salute, sicurezza e riproduzione personale) per aiutare gli organismi imparentati alla riproduzione. Così possono essere spiegati i comportamenti parentali come se il gene aiutasse le copie di sé stesso a replicarsi negli altri corpi. In questo modo, l'egoismo del gene si traduce in altruismo parentale tra gli organismi. L'importante è dare una continuità genica, e questo può portare al sacrificio di un individuo per il bene della popolazione.
La visione di Dawkins non esclude assolutamente la moderna evoluzione in quanto cambia solo la visuale, un modo diverso di vedere l' evoluzione. Leggendo il libro si capirà che questo modo di vedere aiuta a capire ancora di più l'evoluzione.
IL FENOTIPO ESTESO (1982)
Se vogliamo, possiamo considerare questo libro come un sequel del Gene Egoista in quanto nel primo ci concentriamo molto sul gene in sé(l'unità ereditaria) e su questo sul concetto di fenotipo(cioè, come si manifesta esternamente un gene).
Dobbiamo ricordarci sempre che il pensiero gene-centrico della vita di Dawkins sarà presente anche in questo libro, pertanto non è un libro che racconta che cos'è un fenotipo, ma come questi geni egoisti/altruisti si manifestano, andando a completare la sua prima opera.
Il saggio si presenta come uno sviluppo della teoria precedentemente presentata nel 1976 e buona parte del testo funge da discussione delle successive critiche a questa teoria, cioè l'evoluzione vista dal punto di vista del gene, soggetto su cui agirebbe la Selezione Naturale(e non sull'organismo) con gli organismi che fungerebbero solo da "veicoli, macchine di sopravvivenza dei geni" per garantirsi un modo per poter essere trasferiti e sopravvivere nelle generazioni successive.
In questo libro vediamo ancora di più la "svalutazione" dell'organismo come veicolo genico, in quanto un animale ha la capacità di influenzare a proprio vantaggio l'ambiente e gli altri animali. Il fenotipo è la manifestazione esterna del gene e non possiamo aspettarci una codifica solo morfologica(l'aspetto) o solo comportamentale(perché quell'animale si comporta in quel modo), ma bisogna entrare in un'osservazione più profonda, e ci prova Dawkins con questo esempio: i castori possiedono dei geni che codificano i denti(primo fenotipo), e grazie a essi possono mangiare, difendersi (secondo fenotipo). Il fenotipo esteso è un'estensione, un vedere oltre questi due fenotipi 'classici' in quanto i castori, con quei denti, costruiscono delle dighe portando alla formazione di un lago. Bene, possiamo considerare il lago e la diga come "fenotipi estesi", elementi che sono determinati da quegli stessi geni che codificano i denti e sono elementi che possono portare vantaggi aumentando le probabilità del gene di riuscire a replicarsi nella generazione successiva.
Potrebbe sorgerci il dubbio chiedendoci se effettivamente sono delle conseguenze indirette i laghi e le dighe, ma Dawkins spiega che anche i denti del castoro lo sono in quanto il singolo gene non fa altro che sintetizzare una proteina, e da questa proteina l'influenza sulla struttura dei denti si concretizza in passaggi intermedi. Sono molti ed estremamente complessi questi passaggi che includono l'azione di molti geni.
Infatti è assolutamente raro, se non quasi impossibile, trovare un gene che codifichi una sola caratteristica, ma è più normale trovare più geni che "collaborano" e che si influenzano tra di loro.
L'organismo viene considerato sempre e solo un veicolo genico, una realizzazione esteriore di questi geni utilizzati da questi per competere tra di loro.
Le conseguenze "estese" possono essere tali da indurre un organismo che non possiede quei determinati geni, a sfruttarne le seguenti estensioni. Siamo nel pieno campo del parassitismo e Dawkins cita l'esempio particolare della formica Monomorium santschii, la cui regina si infiltra in altri formicai di specie diverse inducendo(probabilmente chimicamente) le formiche operaie ad uccidere la propria regina prendendone il posto.
La Monorium beneficia di "fenotipi estesi" codificati da geni che non possiede mentre, questo comportamento, è dannoso per i geni di queste formiche perché l'unica formica fertile che può perpetuare tali geni comuni è la formica regina.
Dawkins sintetizza questi risultati in quello che chiama il Teorema Centrale del Fenotipo Esteso:
«il comportamento di un animale tende a massimizzare la sopravvivenza dei geni di quel comportamento, indipendentemente dal fatto che i geni si trovino nel corpo di quell'animale particolare che ha quel comportamento.»
IL MEME NELLA BIOLOGIA EVOLUZIONISTICA
Noi conosciamo come meme le immagini divertenti che girano su Facebook, soprattutto nel periodo di Sanremo, ma forse non sapete che la parola Meme è stata coniata proprio Richard Dawkins.
Meme in greco significa 'imitazione' ed è un termine sviluppato sul modello del gene, un'unità ereditaria genetica che è capace di replicarsi, di creare una copia di sé stesso.
Così accade anche nella cultura di massa dove un'immagine(o un'idea), per imitazione, diventa virale e famosa.
Venne utilizzato questo termine nel 1976 per la prima volta nel famoso libro Il Gene Egoista, prima opera tanto apprezzata quanto discussa in quanto Dawkins identifica nel gene, anziché nell'individuo, il soggetto della Selezione Naturale (uno dei tanti meccanismi evolutivi che porta al cambiamento/evoluzione).
Un organismo trasmette i propri geni alle generazioni successive che si replicano, e producono 'imitazioni' di loro stessi che verranno selezionati attraverso i vari meccanismi evolutivi come la Selezione Naturale, la Selezione Sessuale, ecc.
Secondo Dawkins, anche le culture possono evolversi in maniera analoga a come si evolvono le popolazioni e gli organismi viventi. Molte delle idee che passano da una generazione alla successiva possono aumentare o diminuire le possibilità di sopravvivenza della generazione che le riceve, che a sua volta potrà ritrasmettere alla nuova generazione. Ad esempio, molte culture possono sviluppare un progetto e un proprio metodo per realizzare un utensile, ma quella che avrà sviluppato i metodi più efficaci avrà più probabilità di sopravvivere e svilupparsi rispetto alle altre. Col passare del tempo potrebbe essere strasmessa quest'idea ad un numero maggiore della popolazione che adotterà quindi tali metodi. Il progetto dell'utensile agisce, quindi, in modo simile a come agisce un gene biologico appartenente a certe popolazioni e non ad altre, guidando con la propria presenza o assenza, o con qualche modifica, il futuro di ogni cultura.
Sia i geni sia i memi possono sopravvivere più a lungo del singolo organismo che li 'trasporta'. Un gene può rimanere inalterato nel corredo genetico per centinaia di migliaia di anni. Un meme utile può propagarsi da un individuo a un altro per tempi molto lunghi dopo la sua comparsa. A differenza dei geni, il cui successo è legato alla sopravvivenza della popolazione dell'organismo, il successo di un meme è legato a fattori più sottili quali la critica, la persuasione, la moda o la pressione del gruppo.
L'evoluzione non richiede solo l'Ereditarietà e la Selezione Naturale o altri meccanismi evolutivi, ma anche la mutazione in quanto anche i memi possono mutare. Le idee che vengono trasmesse possono subire modifiche che si accumulano nel tempo.
Aggiungo, inoltre, che l'idea di Dawkins si basa sul fatto che i memi/memes possono propagarsi anche a prescindere dalla loro utilità/funzionalità, e che spesso possono anche 'bloccare' eventuali trasmissioni culturali tra gli individui, anche dipendentemente dal contesto e possono evolvere (mutare) velocemente, o estinguersi velocemente. In sostanza, Dawkins afferma che la Selezione Naturale (come meccanismo evolutivo, uno dei tanti che 'setaccia' geni già presenti all'interno di una popolazione) non ha bisogno solo di forme biologiche per la trasmissione dell'informazione (con possibilità di variazione casuale).
Insomma, la cultura evolve come un organismo rispettando le stessi leggi e gli stessi meccanismi evolutivi, ma ha la capacità di propagarsi anche tra 'non parenti diretti' (e Cavalli-Sforza non potrebbe che approvare tutto ciò).
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